A Bastoey Island, isoletta a poco più di un'ora da Oslo, c'è una prigione dove i 115 detenuti vivono in case da quattro, cinque stanze ciascuna. Ognuno ha la sua e di questa possiede la chiave. Si svegliano alle 7.15, alle 8 iniziano la loro giornata di lavoro (allevamenti, coltivazioni, edilizia) che terminerà alle 15. Dopo pranzano insieme e hanno tutto il pomeriggio libero, per giocare a calcio, andare in bici o, in inverno, sciare. C'è una biblioteca con migliaia di libri e postazione computer. A sorvegliare i detenuti restano solo 5 guardie, le altre 69 prendono il traghetto e tornano nella vicina cittadina di Horton. "La prigione - dice il direttore Oeyvind Alnaes - non migliora la gente. Per questo abbiamo dovuto cercare altre strade. Se tratti male una persona, quello che la persona impara è trattare male gli altri; se li vedi come pericolosi criminali continueranno a essere pericolosi criminali; se rispetti, insegni a rispettare". Pare che funzioni: in sei anni c'è stata solo una fuga.
fonte: La Repubblica
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