giovedì 29 novembre 2007
Non gi posso credere
Ultimamente si parla tanto del nuovo look di Ronaldo. Ma nessuno parla del personaggio a cui si è ispirato.
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martedì 27 novembre 2007
RadioNero introduces SHARON JONES & THE DAP KINGS
È vero, negli ultimi tempi mi sento molto soul. Non è passato nemmeno un mese dalla folgorazione per Nicole Willis e i suoi Soul Investigators, che mi tocca di nuovo tessere le lodi di un'altra band d'altri tempi. Tutto quanto di buono detto a proposito di Keep Reachin' Up vale perciò anche per questo 100 days 100 Nights, terzo disco di Sharon Jones & The Dap Kings. Non so se sia paradossale che un suono così datato mi risulti così fresco e attuale, ma ultimamente ho deciso di non farmi troppe domande e seguire solo l'istinto che proviene dalla vita in giù. E a quanto pare sono anche in buona compagnia, se alla porta della Daptone Records negli ultimi tempi hanno bussato calibri pesanti come Kenny Dope, Jamie Lidell, Kanye West, chi alla ricerca di una voce potente che riscaldasse le loro produzioni, chi intenzionato a trovare un sound con una marcia in più. Come Mark Ronson, artefice di quel successo planetario che è Back To Black di Amy Winehouse, oltre che produttore tra i più richiesti del momento. Si racconta che Ronson avesse scandagliato tutte le possibilità offerte dalle sue (potenti) macchine senza riuscire a trovare quel tocco vintage capace di sprigionare la stessa ruvida energia di James Brown e Curtis Mayfield. Fino a che non ascolta i Dap Kings e si catapulta a Brooklyn negli studi della Daptone, mentre i nostri stanno ultimando i lavori del loro disco ("Ci sono letteralmente saltati addosso", racconta la Jones). "Voglio il vostro suono per il disco di Amy, e voglio che l'accompagnate nel tour". La classica proposta che non si può rifiutare, anche se Sharon un pò rosica. Amy è una star, lei una ex guardia carceraria che a 51 anni sta vedendo un pò di luce dopo un lungo periodo di anonimato. Ma dura poco. In effetti i Dap Kings con la Winehouse ci stanno da Dio, ma anche 100 days 100 nights viene celebrato a dovere dai giornali statunitensi (come il New York Times e il e il Los Angeles Times), mentre Sharon viene chiamata a recitare la parte di una cantante in The Great Debaters di Denzel Washington. Insomma, è il loro momento e non può che farmi piacere. Forse ci vorranno davvero cento giorni e cento notti per conoscere il cuore di un uomo, ma per conquistarlo ne bastano molti di meno.
Il video di 100 days, 100 nights
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playlist
Sharon Jones & The Dap-Kings - Answer Me
Sharon Jones & The Dap-Kings - 100 Days, 100 Nights
Sharon Jones & The Dap-Kings - Nobody's Baby
Sharon Jones & The Dap-Kings - Tell Me
Sharon Jones & The Dap-Kings - Keep On Looking
Fontella Bass - Rescue Me
Dj Day - What planet what station
Amy Winehouse - Back To Black
Terry Callier - Imagine a Nation (vocal intro)
Terry Callier - Imagine a Nation (Funky Lowlives mix)
One Self - Be your own
Will I Am - Over
Giuliano Palma And The Bluebeaters - State of the Nation
Smokey Robinson & The Miracles - Going To A Go-Go
Donavan - Get Thy Bearings
Erma Franklin - Piece Of My Heart
Spanky Wilson & The Quantic Soul Orchestra - I'm Thankful (part2)
Feist - Past In Present
Nitin Sawhney - Rainfall
Ojos De Brujo - Memorias perdias
Willy DeVille - It's So Easy
Chakachas - Jungle Fever (S-Man’s Jungle edit)
Ridillo - 24 ore spese bene con amore
Chiles & Pettiford - The Joker
The Gossip - Careless whisper
Trabant - Waste Of Time
The Bad Plus - Flim
Betty Carter - Open the door
Miriam Makeba and Harry Belafonte - Africa Malaika
Henri Salvador - Jazz Mediterranèe (Koop Remix)
The Jazz Renegades - Do It The Hard Way
Sahib Shihab - Bohemia After Dark
John Coltrane - Equinox
lunedì 26 novembre 2007
Comunicazione di servizio
RadioNero è spostato a domani, sempre alla stessa ora. Solo per questa settimana.
giovedì 22 novembre 2007
Fuori dal tunnel
Nonostante lavori in una comunità di macchisti terminali.
Qui potete scoprire quanto siete a rischio.
via: teddisbanded
mercoledì 21 novembre 2007
Shake that ass!
Su GQ di Novembre, Stephen King racconta di quel giorno in cui si trovava in palestra e si è imbattuto nel video qua sopra. Un cinquantenne sta facendo la spesa in un Best Buy, una specie di grande magazzino a metà tra la Upim e un discount. A un certo punto gli altoparlanti diffondono "Going to a Go-Go", pezzo bello shakerino di Smokey Robinson and The Miracles, e il nostro uomo inizia a muoversi, prima ballicchiando, poi lasciandosi completamente trasportare dal ritmo. King confessa di essersi piegato in due dalle risate e di aver assecondato, anche lui, l'impulso proveniente dal suo celebre culetto. Ma non è questo il punto. Lo scrittore riflette sul fatto che chi disquisisce di musica, di cinema o di intrattenimento in generale, e lui ci si mette in mezzo, spesso si dimentica del fine ultimo di questo genere di cose: dare emozione. Canzoni, dischi, pellicole vengono a volte stroncati senza pietà perchè non corrisponderebbero a certe idee di arte. Perchè non sono innovative, risultano "banalotte", e altre pippe di questo genere. Perchè a volte ci caschi anche tu, al tranello di sentirti "uno che se ne intende" e ti dimentichi di quella "pura gioia che ti attraversa come un fulmine a ciel sereno". E ti dimentichi anche di quel giorno in cui ti stavi provando un giubbotto e nel negozio attacca un tipo che sembra James Brown e tu inizi a dimenare il bacino con la stessa convulsione di cui sono vittima i fiati. Incurante della gente che ti sta intorno, e soprattutto della persona che ti accompagna, che inizia a chiedersi se sia il caso di continuare una relazione con un tipo così.
Poi però un giorno ti imbatti casualmente in questo video, e riacquisti improvvisamente la memoria. Anche se rischi di perdere il lavoro.
lunedì 19 novembre 2007
Solo per le prime dieci telefonate
Make my logo bigger kit. Every advertiser should have it. All main credit cards accepted.
RadioNero introduces AMOUR FOU
Si può essere contemporanei guardandosi indietro? Si può raccontare la storia di un paese attraverso una storia d'amore, e viceversa? Sembra proprio di sì.
La stagione del cannibale parte dalla storia vera di Adele H. e Paolo M., iniziata negli anni della contestazione e finita senza un perché il 13 dicembre 1969 a Bologna, giorno della strage di Piazza Fontana. I due si rivedono negli anni Novanta e due anni fa incontrano gli Amor Fou, che restano folgorati dalla loro storia. Gli Amor Fou sono la Alessandro Raina (ex-voce dei Giadini di Mirò), Cesare Malfatti (La Crus, Dining Rooms), Leziero Rescigno e Luca Saporiti. Attraverso i racconti di Paolo e Adele, raccontano la cronaca di un amore fatto di slanci e poesia, ma anche di meschinità e bruschi risvegli. Una storia spesso malinconica. Cupa e tormentata, come quegli anni. Scorgendo i titoli di alcuni pezzi (Se un ragazzino appicca il fuoco, Venti giorni di vita di una donna famosa, Ore 10: parla un misogino) sembra infatti di sfogliare vecchi settimanali come Epoca o L'Europeo. Verrebbe da parlare di operazione nostalgia, se non fosse che il suono degli Amor Fou sia assolutamente attuale, attingendo atmosfere e suggestioni dalle punte più avanzate di quella che chiamano indie-tronica: Lali Puna e Blonde Redhead su tutti, ma anche gli islandesi Mum e Bang Gang. Un disco a tratti da pelle d'oca, con una raffinatezza testuale, quella sì, d'altri tempi. Sicuramente un tentativo riuscito di traghettare il cantautorato italiano su sponde più internazionali, senza scordarsi da dove siamo partiti.
Il video de "Il periodo ipotetico"
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la playlist
Amor Fou - Il periodo ipotetico
Amor Fou - Se un ragazzino appicca il fuoco
Amor Fou - La stagione del cannibale
Amor Fou - La stagione di vita di una donna famosa
Amor Fou - Ore 10: parla un misogino
Lali Puna - Nin-Com-Pop
Bang Gang - Find what you get
Jazzanova - Another New Day
Avion Travel - Danson Metropoli
Sergio Cammariere - Settembre
The Police - Voices Inside My Head
Emo - The real thing
Souls of Mischief - Tell me who profits
Freddie Cole - Brother Where Are You
Fred Johnson - A Child Runs Free
Cat Power - Cross Bones Style
Dave Gahan - Endless
Scissor Sisters - The skins
Pet Shop Boys - Love Comes Quickly
Jam & Spoon - Right In The Night
Artful Dodger - Rewind
Massive Attack - Blue lines
Zoot Woman - It's Automatic
Nancy Sinatra - Day Tripper
Jamiroquai - Space Cowboy (original album version)
Koop - Baby
Per ascoltare il programma in diretta è sufficiente cliccare sul link "ascolta la diretta"(in alto a destra) dalle 21.30 alle 23.30. È consigliabile utilizzare Winamp o Itunes.Durante la diretta sono raggiungibile su MSN all'indirizzo antonioselvarolo[chiocciola]hotmail.com.
domenica 18 novembre 2007
A saperlo, andavo alla Notte dei Publivori
Che la Regione Calabria finanzi il regista Mimmo Calopresti per girare uno spot di 102 minuti sul borgo di Diamante mi sta anche bene. Che a magnificare i tramonti, i colori e odori, "i silenzi" della Calabria (le battute si sprecherebbero, ma lasciamo stare) arrivino attori di peso come Depardieu e Abatantuono e le belle musiche di Cammariere mi sta ancora meglio. Ma che per vederlo si debbano pagare 7 euri mi pare decisamente troppo.
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L'abbuffata
venerdì 16 novembre 2007
Mò, fatemi capire questo fatto
Siamo sicuri che Michele Emiliano, prima di essere eletto sindaco di Bari, abbia fatto solo il magistrato? Dopo aver visto la perfomance nel video qui sopra, io non ci posso credere.
Troppo avanti.
giovedì 15 novembre 2007
martedì 13 novembre 2007
Ravvedimenti
Fino a qualche giorno fa, degli account non pensavo un gran bene.
Per chi non lo sapesse, l'account è quella figura mitologica metà donna (raramente uomo, chissà perchè), metà cliente, nel senso che il suo ruolo principale consiste nel mediare tra le esigenze, appunto, del cliente e quelle dell'agenzia pubblicitaria per cui lavora. Per esempio la società X vuole pubblicizzare il formaggino y e decide di servirsi dell'agenzia z per ideare una campagna (video, radio, stampa, ecc.). Ma non parla direttamente con chi dovrà sforzarsi di trovare un'idea che la soddisfi, no, sarebbe troppo semplice. Parla con l'account. La parola inglese "account" in italiano ha tanti significati. Significa "conto", "valore","vantaggio". Nel gergo pubblicitario si traduce con "Capisco il valore delle vostre osservazioni, ma non c'è nessun vantaggio a far arrabbiare il cliente. È lui che paga il conto".
Perciò dimenticate la teoria dell'account trait-d'union- tra-creativi-e-cliente, perchè la pratica è account che-placa-l'irafunesta-dei-creativi-di -fronte-ai-deliri-del-cliente.
Si può dire che un bravo account non è tanto quello capace di far comprendere al cliente la validità delle proposte e dei ragionamenti partoriti dal reparto creativo ma quello che riesce a far digerire a quest'ultimo le schifezze richieste (imposte) dal cliente. Perchè poi il paradosso è che il cliente chiede all'agenzia, pagando, di inventarsi delle idee che per essere approvate devono essere uguali alle sue.
In questo tira e molla (loro tirano, noi molliamo), l'account è quello che di fronte alla headline "La tecnologia di domani, oggi." ti dice "Che ti costa toglierla? In fondo è solo una virgola". Oppure è l'essere angelico che, dopo che tu hai centellinato il peso di ogni parola, di ogni singolo pixel, con il candore di un bimbo che dorme ti dice "Il cliente vorrebbe (non dice "vuole", la subdola) il testo della proposta 1 con la foto della 2. Dai, in fondo non è così male". E tu lo fai, perchè lei te lo chiede mettendoti le mani a V sulla tua faccia che nitrisce, poi ti sbaciucchia riuscendo contemporaneamente a dire "graziegraziegrazie alloradicoalclientechestaseraglimandiamolanuovaproposta".
Sono le 18.
Tu vorresti rimetterti a sbraitare ma rinunci. Perchè hai maturato la convinzione che tu e loro siete due mondi troppo lontani per provare a stabilire un contatto. Fino a ieri. Fino a quando scopri che una di loro ha un blog, che ti fa ridere un sacco. E non per gli strafalcioni.
Per chi non lo sapesse, l'account è quella figura mitologica metà donna (raramente uomo, chissà perchè), metà cliente, nel senso che il suo ruolo principale consiste nel mediare tra le esigenze, appunto, del cliente e quelle dell'agenzia pubblicitaria per cui lavora. Per esempio la società X vuole pubblicizzare il formaggino y e decide di servirsi dell'agenzia z per ideare una campagna (video, radio, stampa, ecc.). Ma non parla direttamente con chi dovrà sforzarsi di trovare un'idea che la soddisfi, no, sarebbe troppo semplice. Parla con l'account. La parola inglese "account" in italiano ha tanti significati. Significa "conto", "valore","vantaggio". Nel gergo pubblicitario si traduce con "Capisco il valore delle vostre osservazioni, ma non c'è nessun vantaggio a far arrabbiare il cliente. È lui che paga il conto".
Perciò dimenticate la teoria dell'account trait-d'union- tra-creativi-e-cliente, perchè la pratica è account che-placa-l'irafunesta-dei-creativi-di -fronte-ai-deliri-del-cliente.
Si può dire che un bravo account non è tanto quello capace di far comprendere al cliente la validità delle proposte e dei ragionamenti partoriti dal reparto creativo ma quello che riesce a far digerire a quest'ultimo le schifezze richieste (imposte) dal cliente. Perchè poi il paradosso è che il cliente chiede all'agenzia, pagando, di inventarsi delle idee che per essere approvate devono essere uguali alle sue.
In questo tira e molla (loro tirano, noi molliamo), l'account è quello che di fronte alla headline "La tecnologia di domani, oggi." ti dice "Che ti costa toglierla? In fondo è solo una virgola". Oppure è l'essere angelico che, dopo che tu hai centellinato il peso di ogni parola, di ogni singolo pixel, con il candore di un bimbo che dorme ti dice "Il cliente vorrebbe (non dice "vuole", la subdola) il testo della proposta 1 con la foto della 2. Dai, in fondo non è così male". E tu lo fai, perchè lei te lo chiede mettendoti le mani a V sulla tua faccia che nitrisce, poi ti sbaciucchia riuscendo contemporaneamente a dire "graziegraziegrazie alloradicoalclientechestaseraglimandiamolanuovaproposta".
Sono le 18.
Tu vorresti rimetterti a sbraitare ma rinunci. Perchè hai maturato la convinzione che tu e loro siete due mondi troppo lontani per provare a stabilire un contatto. Fino a ieri. Fino a quando scopri che una di loro ha un blog, che ti fa ridere un sacco. E non per gli strafalcioni.
Riprendiamoci lo Stato
Quello che è accaduto domenica tra Arezzo, Bergamo e Roma, compreso il solito, stucchevole, inetto ciarlare dei nostri rappresentanti, mi fa ancora ribollire il sangue perchè riesca a esprimere in forma articolata, e senza insulti, ciò che penso.
Perciò vi rimando all'articolo di Massimo Gramellini su La Stampa, che sottoscrivo riga per riga.
Perciò vi rimando all'articolo di Massimo Gramellini su La Stampa, che sottoscrivo riga per riga.
Radio Blog update # novembre_07
File under: Got to have soul
Gene Chandler - There was A time
Nicole Willis And The Soul Investigators - If this ain't love (don't know what is)
Raul Midon - Sunshine (I can fly)
Alice Russell - Hard times
Ben Harper & The Innocent Criminals - Put it on me
Jackie Wilson - I get the sweetest feeling
Esther Phillips - Just say goodbye
John Legend - Ordinary people
Nostalgia 77 - Seven nation army
Archie Whitewater - Cross country
Aretha Franklin - Day dreaming
A Race Of Angels - Africa displaced
Gene Chandler - There was A time
Nicole Willis And The Soul Investigators - If this ain't love (don't know what is)
Raul Midon - Sunshine (I can fly)
Alice Russell - Hard times
Ben Harper & The Innocent Criminals - Put it on me
Jackie Wilson - I get the sweetest feeling
Esther Phillips - Just say goodbye
John Legend - Ordinary people
Nostalgia 77 - Seven nation army
Archie Whitewater - Cross country
Aretha Franklin - Day dreaming
A Race Of Angels - Africa displaced
lunedì 12 novembre 2007
Non l'ho mai provato, ma m'ha sempre fatto ridere
Qualcuno sa che fine ha fatto quest'uomo?
update
Ho scoperto che si chiama Fabio Bussotti, ed è un attore con un curriculum di tutto rispetto. Peccato che dello spot non ci sia traccia.
Noblesse oblige
Se sei qualcuno, lo devi anche dimostrare con un nome adeguato. Rino, Massimo, Savino, sono nomi da popolino. Gente che non resterà nella storia. Vuoi mettere invece l'allure di una Chanel Totti, la compostezza intellettuale di Tobias Del Piero? O l'austera magnificenza di Oceano, l'ultimo rampollo di casa Elkann? Che poi gli eredi della famiglia Agnelli vanno pure capiti. Mica potevano far sfigurare il figlioletto con il fratello maggiore Leone.
RadioNero introduces MANU KATCHÉ
Rimango sempre piacevolmente sorpreso, e provo un senso di profonda ammirazione, quando vedo un grande musicista che non se la tira. Meglio, quando non smania per essere a tutti i costi al centro dell'attenzione. Ho provato la stessa sensazione ascoltando Playground, secondo disco di Manu Katchè per la prestigiosa etichetta tedesca ECM. Perchè il batterista francese è tutto fuorchè un signor Nessuno. Dietro tanti album di Peter Gabriel, Tori Amos, Sting, e di tanti altri pezzi da novanta, c'è il suo inconfondibile tocco. Ecco, da uno così, che fa un disco jazz a suo nome, ti immagini pezzi costruiti per far esaltare la sua straordinaria vena ritmica, della serie "adesso vi faccio sentire cosa so fare". Invece Playground ti stupisce per la sua straordinaria armonia d'insieme. Un disco dove la star è al servizio degli altri quattro "comprimari" (cinque quando si aggiunge il chitarrista), per far venir fuori un suono pieno, avvolgente, arioso. Un disco dove tromba e sassofono si alternano (e spesso si uniscono) nel creare fumose atmosfere "late night", con una sessione ritmica tanto incisiva quanto elegante.
E soprattutto, con una incredibile vena compositiva di Katchè. Uno che sa fare un passo indietro, per farne fare cento in avanti alla sua creatura.
Il video (live) di Song For Her
scarica la puntata
la playlist
Manu Katché - Lo
Manu Katché - Pieces Of Emotion
Manu Katché - Clubbing
Manu Katché - Snapshot
Manu Katché - Song For Her (var.)
Raul Midon - Sunshine (I Can Fly)
Visioneers - Runnin'
Cake - Short Skirt/Long Jacket
Stretch - Why Did You Do It
Freddie Cole - Brother Where Are You
Gil Scott-Heron - When You Are Who You Are
The Gossip - Listen Up!
Studio - West Side
ESG - Tiny Sticks
Snap - The power
Cypress Hill - Insane in the Brain
House of Pain - Jump Around
Stevie Wonder - Higher Ground
Aceyalone and Rjd2 - Fire
Fred Johnson - A Child Runs Free
The Coral - Who's Gonna Find Me
Clara Hill's Folkways feat. Thief - About you
Fantastic Plastic Machine - God save the Mona Lisa
Per ascoltare il programma in diretta è sufficiente cliccare sul link "ascolta la diretta"(in alto a destra) dalle 21.30 alle 23.30. È consigliabile utilizzare Winamp o Itunes.Durante la diretta sono raggiungibile su MSN all'indirizzo antonioselvarolo[chiocciola]hotmail.com.
Copiare è semplice, come lo vedi
Non avevo ancora finito di tessere le lodi dell'ultimo spot del Kinder Cereali, stranamente divertente rispetto agli standard Ferrero, che scopro che è una tristissima (ma perfetta) copia di quest'altro, ideato dieci anni fa dalla Nazca Saatchi & Saatchi di Buenos Aires per pubblicizzare gli Herba Natural Drink. Non è che uno dice "ci siamo ispirati a...". È proprio u-gua-le.
L'agenzia "creativa" è la Pubbliregia.
via spotanatomy
venerdì 9 novembre 2007
È arrivata
Qui un piccolissimo assaggio.
Il resto vi conviene venirlo a sentire.
update 12 novembre
Qui il racconto fotografico della serata di Pino Yakanama.
la playlist della serata
giovedì 8 novembre 2007
Mirko e Satomi tornate insieme
Ogni tanto me l'ero chiesto che fine avesse fatto Mirko dei Beehive. Grazie alle ricerche di Luca Bartoli e a questa succosa intervista che il crine giallorosso ha dato qualche tempo fa al programma Zoo di Rete 105 (qui la seconda parte), oggi ho scoperto un bel pò di cose sconvolgenti. Tipo che la voce dei Beehive non era la sua.
Se qualcuno inspiegabilmente non sapesse chi sono i Beehive, qui se ne può fare un'idea.
Non l'ha scritto Giampiero Mughini
Con questa chiudo definitivamente l'argomento, promesso.
"Una sentenza pazzesca, e non perchè il calcio sia un ambiente pulito. Una sentenza pazzesca perchè costruita sul nulla, su intercettazioni difficilmente interpretabili e non proponibili in un procedimento degno di tal nome.
Una sentenza pazzesca perchè punisce chi era colpevole solo di vivere in un certo ambiente, il tutto condito da un processo che era una riedizione della Santa Inquisizione in chiave moderna.
E mi chiedo: cui prodest? A chi giova il tutto? Perchè tutto è uscito fuori in un determinato momento?
Proprio quando, tra Laziogate di Storace, la lista nera di Telecom, poi Calciopoli, poi l'ex Re d'Italia ed ora, ultimo ma non ultimo, la compagnia telefonica Vodafone che ha denunciato Telecom per aver messo sotto controllo i suoi clienti.
Vuoi vedere che per coprire uno scandalo di dimensioni ciclopiche hanno individuato in Luciano Moggi il cattivo da dare in pasto al popolino?".
Enzo Biagi, intervistato dal Tirreno su Calciopoli il 16 agosto.
via: camillo
"Una sentenza pazzesca, e non perchè il calcio sia un ambiente pulito. Una sentenza pazzesca perchè costruita sul nulla, su intercettazioni difficilmente interpretabili e non proponibili in un procedimento degno di tal nome.
Una sentenza pazzesca perchè punisce chi era colpevole solo di vivere in un certo ambiente, il tutto condito da un processo che era una riedizione della Santa Inquisizione in chiave moderna.
E mi chiedo: cui prodest? A chi giova il tutto? Perchè tutto è uscito fuori in un determinato momento?
Proprio quando, tra Laziogate di Storace, la lista nera di Telecom, poi Calciopoli, poi l'ex Re d'Italia ed ora, ultimo ma non ultimo, la compagnia telefonica Vodafone che ha denunciato Telecom per aver messo sotto controllo i suoi clienti.
Vuoi vedere che per coprire uno scandalo di dimensioni ciclopiche hanno individuato in Luciano Moggi il cattivo da dare in pasto al popolino?".
Enzo Biagi, intervistato dal Tirreno su Calciopoli il 16 agosto.
via: camillo
mercoledì 7 novembre 2007
lunedì 5 novembre 2007
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