martedì 27 febbraio 2007
Bari Nuova
C'era una volta una città spaccata in due, divisa per decenni da un muro invisibile. Di qua lo borgesia-bene, le vetrine di via Sparano, i palazzi del Potere. Di là, oltre Corso vittorio Emanuele, la terra di nessuno, i mille vicoli, la malavita. Poi arriva "la primavera", il sindaco sceriffo che "mette a Cassano" e un Presidente di Regione gay, nella terra di Pinuccio Tatarella. Le mamme dei figli ammazzati denunciano i boss, riaprono i cantieri del Petruzzelli e Bari vecchia diventa come Trastevere. Punta Perotti giù in mondovisione. Ora il bivio, tra accelerazione e riflusso, tra i filosofi al potere e il potere delle vecchie dinastie. Sullo sfondo dei romanzi di Carofiglio, Curzio Maltese su Repubblica, accompagnato da Alessandro Piva, disegna un bellissimo affresco di una città sospesa, chiamata a scegliere definitivamente da che parte stare. Con la convinzione che "può andare in due soli modi: o molto bene o molto male".
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