martedì 7 agosto 2007
Un'Oca da leccarsi il Baffo
Sarà che m'è venuta fame, però mi sono ricordato di non aver fatto nessun cenno al piacere che m'ha dato mangiare all'Osteria dell'Oca, a Mantova. Beh, se passate da quelle parti, fateci un salto (magari ora è un pò fuori stagione, ma tra un mesetto c'è il Festival della Letteratura). Io ci sono stato a pranzo e vi posso garantire che i Tronchetti (maccheroni secchi fatti a mano) con il ragù bianco di asino sono qualcosa che vi può riconciliare con il mondo (se non ci avete litigato, vi consiglio di farlo solo per il piacere di fare pace). Vengo da una terra dove i sapori sono tali e ultimamente è sempre più difficile trovare posti dove un piatto abbia ancora qualcosa da dire. Ecco, all'Osteria dell'Oca tutto parla, e con voce possente. Il Risotto degli ubriachi (lui magari farfuglia), il salame (maiale?) che ci hanno offerto come accoglienza, il lambrusco fermo della casa (amico di quelli di prima), il pane, che sembra quello delle fiabe. Con La cremosa Nadia vorresti fare qualcosa di più che parlare e basta. Parla poco il cuoco/proprietario Giulio Ghidetti, e solo con il suo imperioso Baffo, e nascosto dietro il bancone della cassa controlla che tutto vada come deve andare. Parlano il popolo e i principi mantovani, che si dividono le pietanze riportate sul menu. Il conto parla ma non si sente tanto. Tu però te ne vai che senti di aver mangiato finalmente come un Signore.
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